Il tema della pensione è, per ovvie ragioni, uno dei più discussi e — diciamolo — anche uno dei più temuti al giorno d’oggi. Come consulente finanziaria, non passa giorno senza che qualcuno mi chieda: «Ma davvero il fondo pensione conviene?» oppure «Meglio lasciare il TFR in azienda o investirlo?». Domande legittime, perché il sistema previdenziale pubblico italiano è in continua evoluzione e — numeri alla mano — per molti lavoratori la pensione erogata dall’INPS rischia di non bastare a mantenere uno stile di vita sereno e dignitoso. In questo scenario, la previdenza complementare non è un lusso, ma uno strumento essenziale per costruire un cuscinetto di sicurezza: un capitale tuo, pensato per proteggerti quando smetterai di lavorare.
Questo articolo nasce per fare chiarezza in mezzo a miti, voci di corridoio e mezze verità. È pensato per te se:
- sei un lavoratore dipendente che si chiede se sia meglio lasciare il TFR in azienda o investirlo in un fondo pensione;
- sei un libero professionista o una Partita IVA e vuoi capire come integrare la pensione pubblica — o se davvero ti conviene farlo ora;
- sei giovane e vuoi giocare d’anticipo, anche con piccole somme;
- vivi o lavori all’estero e vuoi sapere se un fondo pensione in Italia può avere ancora senso per te.
Indice:
- Cos’è un Fondo Pensione?
- Che tipi di Fondi Pensione esistono?
- Perché dovresti aprire un Fondo Pensione complementare?
- “Ma a me hanno detto che…”
- Quando NON conviene un Fondo Pensione?
- Ma quindi… qual è il miglior fondo pensione?
- Fondi Pensione e Italiani all’estero
- Per concludere
Cos’è un Fondo Pensione?

Partiamo dalle basi… Cos’è un Fondo Pensione? Un fondo pensione è uno strumento di risparmio a lungo termine, pensato per integrare la pensione pubblica. Funziona in modo piuttosto semplice: ogni anno versi dei contributi — una cifra che decidi tu — che vengono investiti da gestori professionisti in strumenti finanziari diversificati (fondi, azioni, titoli di Stato, altre obbligazioni, ecc.).
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Il capitale accumulato cresce nel tempo grazie ai rendimenti degli investimenti, con l’obiettivo di fornirti, una volta raggiunta l’età pensionabile, un capitale o una rendita aggiuntiva rispetto alla pensione INPS.
In breve:
- Previdenza obbligatoria (INPS): obbligatoria per tutti i lavoratori, finanzia le pensioni correnti con i contributi attuali.
- Previdenza complementare: facoltativa, integrativa, individuale. Serve per non dover dipendere solo dall’assegno pubblico.
Che tipi di Fondi Pensione esistono?
In Italia puoi scegliere tra tre principali tipologie, ognuna con regole e modalità di adesione diverse.
| Tipologia | Caratteristiche | Pro e Contro |
| Fondi Pensione Chiusi (o Negoziali) | Sono riservati a specifiche categorie di lavoratori (ad esempio metalmeccanici, bancari, chimici). L’adesione avviene di solito tramite accordi collettivi tra aziende e sindacati. Come aderire: se fai parte di una categoria coperta da un fondo chiuso, puoi aderire facilmente tramite il tuo datore di lavoro. | Vantaggi: costi di gestione molto bassi, spesso il datore di lavoro contribuisce con una quota aggiuntiva. Svantaggi: l’accesso è limitato a determinate categorie. |
| Fondi Pensione Aperti | Sono istituiti da banche, assicurazioni o società di gestione del risparmio e sono aperti a chiunque, lavoratori dipendenti, autonomi e anche chi non rientra in categorie con un fondo chiuso. Come aderire: puoi sottoscriverli in banca, online o tramite un consulente finanziario. | Vantaggi: flessibili, puoi versare quanto vuoi e quando vuoi; accessibili a tutti. Svantaggi: costi di gestione leggermente più alti rispetto ai fondi chiusi. |
| Piani Individuali Pensionistici (PIP) | Sono contratti di assicurazione sulla vita con finalità previdenziale. Di solito prevedono una flessibilità nella composizione del portafoglio e linee di investimento, a fronte però di costi elevati. Come aderire: tramite compagnie assicurative, agenzie o broker. | Vantaggi: flessibilità, possibilità di aggiungere coperture assicurative. Svantaggi: costi di gestione generalmente molto più alti, che tendono a pesare sui rendimenti. |
Perché dovresti aprire un Fondo Pensione complementare?
Uno dei motivi principali per cui i fondi pensione sono interessanti riguarda i vantaggi fiscali che offrono, spesso trascurati o poco conosciuti.
Deduzione dei contributi – Quanto posso dedurre?
I contributi versati al fondo pensione sono deducibili dal reddito imponibile IRPEF fino a un massimo di 5.164,57 € all’anno (che salgono fino a 7.746 in certe casistiche). In pratica, più versi, meno tasse paghi oggi. Se hai un reddito medio-alto, il risparmio fiscale può essere significativo.
Tassazione agevolata – Quanto si paga di tasse?
Al momento del pensionamento, il capitale accumulato viene tassato con un’aliquota inferiore rispetto a quella IRPEF ordinaria: si parte dal 15% (ridotta di 0,30% per ogni anno successivo al 15° anno di partecipazione, fino a un minimo del 9%). Inoltre i rendimenti finanziari maturati sono tassati al 20%, più bassa del 26% previsto per la maggior parte degli altri investimenti finanziari. Inoltre, a differenza di altri strumenti di investimento, NON è dovuta l’imposta di bollo dello 0.2%.
- Un suggerimento importante: la tassazione del 15%-9% in fase di erogazione si applica solo sugli importi dedotti nel limite dei 5.164,57€/anno. Eventuali versamenti non dedotti NON saranno tassati in fase di erogazione delle prestazioni, per cui è molto importante comunicare adeguatamente al Fondo Pensione eventuali contributi NON dedotti. Se vuoi maggiori informazioni su questo tema, contattami!
Flessibilità su anticipazioni e riscatti – Quando posso ritirare i soldi?
In caso di necessità puoi richiedere anticipazioni sul capitale:
- riscatto totale in caso di invalidità permanente che impedisce l’attività lavorativa, inoccupazione superiore a 48 mesi o decesso dell’iscritto.
- fino al 75% per spese sanitarie gravi (fin da subito) e per l’acquisto o ristrutturazione della prima casa (dopo 8 anni di anzianità in un Fondo)
- fino al 50% per inoccupazione tra 12 e 48 mesi o ricorso a cassa integrazione/procedure di mobilità
- fino al 30% per altre esigenze personali, dopo 8 anni di anzianità in un Fondo.
Quando e perché conviene fare un fondo pensione? Casi specifici
Oltre a queste questioni generali e applicabili a tutti, ci sono situazioni in cui un fondo pensione può davvero fare la differenza — anche in modi che spesso non si immaginano. Qui sotto trovi una tabella con alcuni casi specifici e qualche motivo in più per cui potrebbe valere la pena valutarlo attentamente.
| Dipendenti Privati | Questo è il caso più classico e dai vantaggi più evidenti: puoi destinare il TFR maturando al fondo pensione e, in molti contratti collettivi, hai diritto a un contributo aggiuntivo del datore di lavoro se versi anche tu un importo minimo stabilito dal CCNL. Un vero e proprio aumento di stipendio senza sforzi! Inoltre ricorda: grazie all’imposta sostitutiva agevolata, prima apri un fondo pensione e più tempo hai per abbassare l’aliquota finale (dal 15% fino al 9%). |
| Dipendenti Pubblici | A seconda del settore, del tipo di contratto e della data di assunzione, anche i dipendenti pubblici possono destinare il proprio TFR a un fondo pensione e dedurre eventuali versamenti aggiuntivi. In alcuni comparti esistono fondi di categoria (ad esempio Espero per la scuola) che prevedono persino un contributo aggiuntivo del datore di lavoro, simile a quanto accade nei CCNL privati. Informati bene sul tuo contratto! |
| Lavoratori di prima occupazione post 2007 | Hai iniziato a lavorare dopo il 1 gennaio 2007, avevi aperto un fondo pensione, ma nei primi anni non ei riuscito a sfruttare completamente il limite di deducibilità? Hai 20 anni di tempo per sfruttare eventuali “avanzi” di massimale maturati durante i primi 5 anni ed aumentare le tue deduzioni fino a un massimo di 7.746,86€ all’anno invece dei 5.164.57€ standard. |
| Pensionandi | Ti mancano pochi anni alla pensione? Non è detto che sia troppo tardi, ma bisogna avere maggiori accortezze! Puoi aprire un fondo pensione fino a poco prima di andare in pensione e sfruttare comunque la deduzione IRPEF, tuttavia non potrai richiedere le prestazioni prima di 5 anni di partecipazione. Riflessione aggiuntiva: se hai lasciato il TFR in azienda fino ad oggi, potresti — d’accordo con il datore di lavoro — trasferirlo nel fondo pensione: in questo modo potresti ottenere la tassazione agevolata tra il 15% e il 9%, invece dell’aliquota IRPEF ordinaria. Un bel risparmio fiscale, specialmente per chi ha TFR importanti accumulati, ma attenzione al vincolo di 5 anni per la richiesta delle prestazioni! |
| Autonomi e Liberi Professionisti | In regime ordinario? Le deduzioni valgono anche per te puoi quindi approfittare dei benefici fiscali. In regime forfettario? I versamenti individuali non ti porteranno vantaggi fiscali immediati, ma non temere: i contributi non dedotti, se adeguatamente comunicati, non saranno tassati due volte. E’ inoltre un errore chiudere del tutto i fondi aperti… nei paragrafi successivi ti spiego perché! …e ricorda che se in futuro torni ad essere dipendente per qualsiasi ragione, aver mantenuto attivo un fondo pensione ti permetterà di accedere prima tassazione agevolata e opportunità di riscatto invece di ripartire da zero! |
| Bambini | Per come funziona la tassazione oggi, più a lungo hai tenuto aperto un Fondo Pensione e meno tasse pagherai – Quindi perché non fare un regalo a tuo figlio/nipote aprendogli un fondo pensione e facendogli accumulare anzianità contributiva fin da piccolo? Ti ringrazierà in futuro! Ricorda che anche i contributi per i famigliari a carico sono deducibili! |
| Finalità successorie | Il fondo pensione non rientra nell’asse ereditario e passa ai beneficiari designati senza trafile burocratiche o imposte di successione. Potresti quindi valutarlo come strumento aggiuntivo per proteggere e trasmettere risorse quando tu non ci sarai più. |
Se hai dubbi su cosa convenga fare nel tuo caso, scrivimi: una simulazione personalizzata ti evita errori e ti aiuta a sfruttare al meglio i benefici previsti dalla legge.
“Ma a me hanno detto che…”

Avrai notato anche tu che in tema di pensione, non c’è persona che non voglia dare un’opinione, un consiglio, una storia da condividere. Proprio per questo però è bene affidarsi a un professionista per distinguere mito e realtà… Sfatiamo qui di seguito qualche luogo comune sul tema:
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- “…il TFR è meglio lasciarlo in azienda perché rende meglio e me lo danno quando voglio” :
Non è sempre vero. Il TFR lasciato in azienda si rivaluta ogni anno dell’1,5% fisso più il 75% dell’inflazione: in alcuni periodi può sembrare più “sicuro” o interessante. Ma destinandolo a un fondo pensione puoi ottenere potenzialmente rendimenti più alti grazie agli investimenti finanziari — e, soprattutto, godere di una tassazione finale più favorevole. Se poi aderisci a un fondo negoziale, puoi anche beneficiare del contributo aggiuntivo del datore di lavoro, che in azienda non avresti. Inoltre, è un mito pensare di poter richiedere liberamente il TFR: le anticipazioni sono vincolate per legge a casi specifici (prima casa, spese sanitarie gravi, ecc.) e di solito solo dopo un certo numero di anni di servizio nella stessa azienda. - “… se sono partita IVA Forfettaria non mi conviene avere un Fondo Pensione complementare”
È corretto dire che come forfettario non puoi dedurre i contributi, quindi in questa fase potresti scegliere di non fare versamenti extra. Ma attenzione: se decidessi di continuare a contribuire, non è vero che pagherai doppia tassazione su quei versamenti non dedotti. Se correttamente comunicati, questi versamenti non saranno infatti più tassati in fase di pagamento delle prestazioni pensionistiche. Chiedi moduli e procedimenti al tuo Consulente Finanziario o al tuo Fondo Pensione! E attenzione: chiudere del tutto il fondo pensione sarebbe un errore strategico: al momento del riscatto perderesti non solo la tassazione agevolata riservata ai fondi pensione, ma anche l’anzianità contributiva: se in futuro tornerai in un regime ordinario e potrai di nuovo dedurre i versamenti, il conteggio fiscale ripartirà da zero. Quindi prima di chiudere o bloccare del tutto il tuo fondo pensione, parlane con un consulente: spesso la soluzione giusta è tenerlo aperto e modulare i versamenti in base alla tua situazione fiscale. - “… sono troppo vicino alla pensione ormai e non mi conviene più”
Non è detto! Anche se mancano pochi anni, puoi comunque sfruttare il vantaggio fiscale: dedurre i contributi riduce subito l’imponibile IRPEF. In più, se trasferisci nel fondo pensione il TFR già maturato e magari fermo in azienda, puoi beneficiare di una tassazione finale più favorevole rispetto a lasciarlo in azienda. E se il tuo contratto prevede il contributo aggiuntivo del datore di lavoro, rinunciare ora significa lasciare sul tavolo soldi veri. Ma attenzione: prima di richiedere le prestazioni, dovrai aver maturato almeno 5 anni di iscrizione ad una forma di previdenza complementare. Prima di decidere, fatti fare una simulazione da un professionista: in molti casi può ancora convenire!
Quando NON conviene un Fondo Pensione?

Alcune accortezze ed errori da evitare. Il fondo pensione è uno strumento potente, ma non è adatto a tutto: non va visto come un salvadanaio per esigenze a breve o medio termine, né come l’unico contenitore del tuo risparmio.
Usarlo per gestire liquidità di emergenza, per fare investimenti di medio periodo o per spese imminenti è un errore: i vincoli di accesso e i tempi di liquidazione non lo rendono flessibile come un conto deposito o un investimento ordinario.
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Inoltre, non ha senso concentrare il 100% dei propri risparmi nel fondo pensione: per costruire una strategia sana serve diversificazione. Prima di aderire o aumentare i versamenti, valuta bene rendimenti, rischi e costi. Alcuni fondi, soprattutto i PIP, possono avere spese di gestione elevate Altri, specie alcuni fondi di categoria o collettivi, potrebbero avere solo opzioni di investimento poco adeguate con il tuo orizzonte temporale. Meglio fare un check attento — e se hai dubbi, chiedi una consulenza!
Ma quindi… qual è il miglior fondo pensione?
Non esiste un fondo pensione “migliore” in assoluto: esiste quello più adatto a te, al tuo contratto di lavoro, alle tue esigenze fiscali e al tuo orizzonte temporale. Quello che conta è confrontare costi, performance, solidità del gestore e verificare se hai diritto a un fondo di categoria con contributo del datore di lavoro. Un consiglio: sceglilo con calma e informati bene, perché il miglior fondo pensione è quello che segue la tua vita — non quello che ti vendono senza spiegarti nulla.
Quanto mettere al mese nel fondo pensione e come investirlo?
Ancora una volta, non esiste una cifra giusta valida per tutti: l’importo da destinare va definito tenendo conto di quanta capacità di risparmio hai oggi, dei limiti di deducibilità fiscale (massimo 5.164,57 € l’anno, salvo agevolazioni specifiche) e di quante altre forme di risparmio o investimento già utilizzi. Il fondo pensione non dovrebbe mai assorbire tutto il tuo risparmio, ma integrarsi in una strategia equilibrata.

Quanto alla scelta della linea di investimento, tutto ruota intorno a età, obiettivi e orizzonte temporale: chi è giovane può permettersi linee più dinamiche (prevalentemente azionarie), chi si avvicina alla pensione dovrebbe spostarsi gradualmente su comparti più prudenti per proteggere il capitale già accumulato. Ovviamente la scelta varia anche in considerazione del resto del patrimonio e delle possibilità offerte dal fondo specifico.
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Fondo Pensione e Italiani all’Estero
E se vivi o lavori all’estero? È un tema che riguarda sempre più persone, in particolari giovani che si spostano dal nostro Paese per motivi di famiglia o lavoro e si trovano a chiedersi:
- Cosa faccio con il Fondo Pensione che avevo già aperto in Italia?
- Conviene tenerlo aperto?
- Lo spostamento all’estero è una condizione per il riscatto? A che termini posso riscattare?
- E se vivo all’estero e ancora non ho un Fondo Pensione in Italia, posso aprirne uno? Quando ha senso aprirlo?
Data la complessità del tema, scriverò a brevissimo un articolo dedicato.
In breve, però, ti può essere utile sapere che sì, è possibile anche per Residenti Esteri aprire o mantenere attivo un Fondo Pensione in Italia. La convenienza dipende da una serie di fattori, tra cui la residenza fiscale, le prospettive di un eventuale rientro in Italia, la presenza di strumenti previdenziali e/o di investimento adeguati nel Paese di residenza, così come valutazioni di costi/benefici sul fondo pensione specifico.
Come abbiamo visto, uno dei driver principali di convenienza dei fondi pensione, sono le deduzioni fiscali. Se diventi fiscalmente residente all’estero, con tutta probabilità queste verranno meno e potrebbe quindi non aver senso usare un fondo pensione italiano come veicolo di risparmio e investimento. Tuttavia, è importante considerare che nel caso in cui tu preveda un rientro in Italia prima o poi e vorrai dunque iniziare a utilizzare questo strumento, allora potrebbe aver senso aprire un Fondo Pensione e iniziare a maturare “anni di partecipazione” – Ricorda che la legge attuale prevede che prima apri un fondo pensione e più tempo hai per abbassare l’aliquota finale (dal 15% fino al 9%). Quindi aprendolo, anche senza contributi periodici, fai un regalo al te del futuro quando rientrerà dall’Estero.
Per concludere
Se non hai ancora le idee chiare sul fondo pensione, o se vivi all’estero e desideri una guida sul fondo pensione in Italia, contattami: sarò felice di aiutarti.